Sono sempre stata fin da bambina, fantasiosa ed un po' testarda, e per questo, che circa a sei anni, presi in seria considerazione le statuine del Presepe. Cominciò così per me una accurata ricerca a statuine particolari (quelle diciamo normali le avevo già) e, in questa ardua impresa,mi seguiva amorevolmente la nonna paterna, che in questo caso mi accompagnava nelle botteghe,soprattutto cartolerie,dove in quel periodo dell'anno esse venivano esposte nelle vetrine addobbate. Ricordo una cartoleria in particolare "La cartoleria Maletti" di Modena che, esiste tutt'ora, che, durante le feste, allestiva per la gioia degli occhi ,in un modo magico le sue due piccole vetrine. Rimanevo come ipnotizzata ad osservare i candidi batuffoli di cotone sparsi nel par-terre che formavano una coltre immacolata di finta neve, dove, capanne, angeli,stelle comete, pastorelli, laghetti ghiacciati di carta stagnola, formavano una specie di teatrino, immerso da mille lucine che, ad intermittenza, creavano uno spettacolo davvero suggestivo.
Mi colpivano in particolare alcune di esse, per esempio c'era un fabbro con un braccio muscoloso che reggeva in mano un martello ed il suo piano di lavoro era così rosso che, a vedersi, sembrava fosse davvero rovente. Poi ricordo una contadinella dall'abito stracciato, aveva un viso dolcissimo,sulle spalle portava due giare di terracotta in miniatura ed aveva i piedi scalzi. C'era anche un pastorello che mi affascinava parecchio; era sdraiato sull'erba e riposava col viso rivolto verso l'alto. Prima di entrare nella cartoleria, dovevo dire alla nonna quante me ne piacevano e lei di conseguenza avrebbe acconsentito o meno. Quell'anno ce ne erano parecchie e, visto che costavano abbastanza, dovetti fare una selezione scegliendone tre.
La nonna ricordo fece un segno di disappunto, ma mi esortò lo stesso ad entrare. Il negozio era gestito da un signore ed una signora molto educati e gentili che appena mi vedevano mi riempivano di complimenti. La cosa non era molto gradita da me, anzi m'infastidiva un po' perché fremevo dalla voglia che mi mettessero le statuine in fila sul bancone in modo da avere una visione perfetta di esse. Invece purtroppo dovevo aspettare, poiché anche con la nonna s'intrattenevano a chiacchierare. Cominciava così per me una lunga attesa e, rimanevo lì, col mio cappello di velluto rosso dotato di paraorecchie, sciarpa al collo, soffrendo un po' per il caldo ed un po' per quell'attesa estenuante.Finalmente quando gli animi dei commessi e della nonna si placavano,il signore della cartoleria, si avvicinava a me, chinandosi e,portando le mani sulle ginocchia, mi diceva: "Allora cosa possiamo offrire a questa bella bambina?" Io guardavo la nonna che, con un cenno di testa mi faceva capire che potevo iniziare la mia scelta ed il mio cuore iniziava a battere per l'emozione. Da quel momento i due signori del negozio, iniziavano a darsi un gran da fare ed allineavano sul bancone tantissime statuine comprese quelle che avrei poi scelto. Rimanevo col viso immobile di fronte a quelle piccole meraviglie ed osservavo di loro ogni minimo particolare. I colori degli abiti mi colpivano profondamente, in particolare quello del fabbro che era di un celeste intenso che mi faceva ricordare il mare o quello del pastorello verde come un bosco in autunno. Le statuine erano riposte dentro a scatole grigie chiaro, divise per comparti; in quelli piccoli riposavano pecorelle,maialini,galline ed in quelli grandi i personaggi del Presepe. La nonna quell'anno, si fece prendere dall'entusiasmo dicendomi che le avrei potute prendere tutte e tre, limitando la futura scelta al prossimo anno.Da quel momento mi sentivo talmente felice che toccavo il cielo con un dito e contemplavo le mie statuine che venivano avvolte con cura in vari strati di carta sottile in modo che arrivassero a destinazione integre. Quell'anno la nonna volle ancora esagerare e mi fece scegliere la carta verde erbosa per il prato del Presepe ed i sassolini da mettere in terra per delineare le stradine.
Il signore della cartoleria cominciò a confezionare un bel pacco con una carta dorata luccicante e, vista la spesa abbastanza cospicua, mi diede in regalo un angioletto di cartoncino che avrei poi messo sulla mia capanna. Quando uscimmo dalla cartoleria, era calata una nebbia fittissima che mi bagnava il naso, ma non la sentivo e non la vedevo, perché ero talmente soddisfatta e felice che sarebbe persino potuto diluviare che non me ne importava nulla; con una mano tenevo stretto forte il mio prezioso pacco dorato e con l'altra stringevo quella della nonna, allungando il passo per arrivare finalmente a casa.
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