In tutto il mondo è noto che l’America Latina, ricca di derive culturali risultate da mescolanze di vario genere, festeggia un Natale molto particolare, non fosse solo per le temperature “calienti”, il Natale si svolge infatti nel periodo estivo per loro.
Questa festività vive di vita propria e associa le caratteristiche specifiche della festività che tutti conosciamo, alle particolarità che si tramandano dal folclore tipico di questi luoghi.
Con il passare dei secoli questo continente, si è trasformato in un grande contenitore in grado di cogliere e riunire le tradizioni indigene o importate dall'America, fino ad assumere caratteri nuovi e di grande popolarità.
Secondo la tradizione messicana, ad esempio, il Natale viene preceduto nei nove giorni precedenti, denominati las navidades, da celebrazioni religiose che hanno luogo in tutte le chiese.
Queste giornate simboleggiano la gravidanza di Maria, e in ogni casa si allestiscono le pifiatas, grosse pentole in coccio rivestite di carta stagnola colorata, da cui pendono striscioline multicolori. Le pifiatas vengono riempite di frutta di stagione, confetti e pezzi di canna da zucchero.
Alla scadenza dei nove giorni, in chiesa, in strada o in casa, si inscena una breve rappresentazione: una coppia bussa ad una porta chiusa, con delle candeline accese; impersonano Giuseppe e Maria, che vagano alla ricerca di un ricovero. I padroni di casa indugiano, secondo il rito; infine offrono loro alloggio.
Tutti insieme, a mezzanotte, cantano, in un clima di grande festa, alla nascita di Cristo, che viene adagiato nel presepe, mentre i bambini rompono con dei bastoni le pifiatas. In Brasile invece si scontrano molto di più le differenti culture.
L'arrivo nel continente di enormi quantità di africani nei secoli scorsi e la presenza di colonizzatori cattolici, hanno portato allo sviluppo di forme religiose del tutto singolari: i santi cristiani e gli spiriti delle religioni africane si sono messi in relazione.
Ad esempio, a Florianopolis, la notte di capodanno si festeggia sulla spiaggia: di fianco alle celebrazioni abituali (come in Europa, anche qui si sparano nel cielo fuochi artificiali), nella stessa spiaggia i cardesisti, sostenitori della religione spiritista fondata da Alain Cardin, rigorosamente vestiti di bianco, danzano in tondo fino ad essere posseduti dagli esseri soprannaturali.
L'indomani, nella stessa spiaggia, si lanciano fiori in acqua in offerta a Yemanja, dea del mare e della prosperità. L'offerta a Yemanja interessa tutti, all'infuori della religione di appartenenza. La conclusione delle festività natalizie, come per noi è il sei gennaio con l’epifania, e in Messico come in Argentina la si festeggia mangiando la rosea de los Reyes, una ciambella arricchita di canditi, nel cui impasto si nascondono due o tre bamboline: al momento della distribuzione del dolce agli invitati, a chi andranno in sorte le bamboline, toccherà offrire una festa il giorno della Candelora.
In Argentina sono i Re Magi a visitare le case, offrendo doni ai bimbi che avranno messo fuori dalla porta le loro scarpe, con dell'acqua e qualche filo d'erba per i cammelli. La cena della Vigilia si tiene dopo la messa di mezzanotte e segna la fine del digiuno liturgico. In Argentina, il piatto principale è la earbonada eriolla; la specialità brasiliana invece è una porchetta con una mela in bocca, adagiata su un piatto di fette d'ananas e di pesche e cinta dalla jàrofa, una crema di farina di manioca, cipolla, aglio, coriche , grasso di maiale.